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DILLO A MIRTILLO VOL. 111.
(La Posta del Pancreas di Mirtillo GianGrifòne).

NORMALE DI TE.
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Sei una pessona brava bella e innamorata? Sei una pessona merda brutta e disinnamorata? Ti illudi sempre e sei quindi un illusionista? Sei disilluso o disillusa? Ti va tutto bene e lanceresti petali di rose ad ogni angolo? Ti va tutto male e getteresti gastìmie ad ogni pessona che incontri? Tranquillare. Tranquillare e anche bonfilàre. Scrivi al tuo Mirtillo GianGrifòne, il cagnone bello che saprà:
a. consigliarti
b. proteggerti.
c. rassicurarti.
d. darti cunòrto.
e. mandarti, se necessario, affancùlo.
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PESSONA CHE SCRIVE A MIRTILLO GIANGRIFONE: "Caro Mirtillone GianGrifòne, sono una donna femminile, mi chiamo Magnesia, e ti scrivo, come nella canzone di Lucio Dalla, per distrarmi un po'. Anzi, ti scrivo per avere un consiglio. Mi è capitata questa cosa. A causa di questo Carognavirus mi trovo a casa, come tutti, 'nchiusa assieme a mio marito. E qui viene il bello, anzi il brutto. Quando io l'ho conosciuto, lui era pazzo di me. Faceva pazzie, e questo mi ha fatto innamorare. All'inizio non mi piaceva. Poi quelle pazzie che ogni giorno faceva per me mi hanno fatto cedere, e così gli ho ceduto il mio corpo e macàri la mia anima. La vita matrimoniale, in qualche modo, è stata sopportabile: ma perchè stavamo fuori, a lavorare, ognuno pe' li cazzi nostri. Ora no. Ora non si può sopportare, che ce l'ho accanto venti ore al giorno da un mese. Perchè prima era pazzo di me, come ti dicevo, ma poi è diventato una merdina: è sleale, arrogante, traditore, puèrco... ecco: in una palòra è un puèrco... Cosa posso fare? Che consigli mi dai? Che qui la situazione è diventata pesante. Grazie in anticipo per il tuo aiuto, la tua consulenza, il tuo cunòrto".
MIRTILLO GIANGRIFONE: "Cara la mia Magnesia, grazie per avermi scritto in questo momento strano, in cui tutto sembra inutile come la pìnna di Padre Gangarozzo di Samotracia. Cosa vuoi che io ti dica. Tante volte l'ho detto, forse tu ti stai sintonizzando solo ora. Quando siete giòvini non vi dovete amminghiare con gli uomi che sono pazzi di voi. Perchè l'uomo pazzo di una donna, col passare del tempo, prende due strade, si trasforma: o diventa pazzo e basta, e la donna se lo deve sucàre come una bevanda avvelenata oppure, nei casi meno gravi, da "pazzo di una donna" diventa "testa di minghia di una donna", cioè una rottura di coglioni. Cioè la prossima volta, nella prossima vita, anche se non è mai troppo tardi, non vi dovete fidare di chi è pazzo di qualcuno, ma di chi è "normale di qualcuno". Perchè il pazzo resta pazzo, fa pazzie, e non solo fa pazzie. Fa anche minghiate, tante minghiate, troppe minghiate. Questo quindi io ti dichi: se rinasci, sai quello che devi fare. Ma se non rinasci, appena finisce questa quarantena, un calcetto nei coglioni glielo puoi dare e ti trovi uno "normale di te". Ora vado, che da quassù, in cielo, mi concedono pochi minuti di collegamento a settimana e sennò si stacca tutto attìpo come quando si tira la luce all'improvviso. Gnao dal Tuo Mirtillone GianGrifòne".
(Da: "La Posta del Pancreas di Mirtillo Giangrifòne", Edizione miniata, Agrigendo, 4 aprile 2020)

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