Il diario di Daria - Dopo

I parte

Oggi primo giorno senza sveglia alle 4 e zaino in spalla alle 5, ma non senza quella tipica insofferenza di chi è affetto da quello che gli esperti di Santiago definiscono "mal di cammino". Ragion per cui oggi, non avendo altre foto da mostrarvi o emozioni relative al cammino

da raccontarvi, ho voglia di condividere aneddoti interessanti, stupidaggini fatte, incontri divertenti e altri fatti accaduti tappa dopo tappa. Chissà che non facciano sorridere anche voi ?
1. Palermo-Monreale: sono le 6 del mattino, fervono i preparativi in ostello per la mia prima tappa e al momento di allacciarmi le scarpe da trekking, la fatidica scoperta: ho dimenticato le suole a casa. A mente lucida ma non abbastanza senza caffeina, decido quindi di fare la tappa con i sandali da trekking, ma nella fretta dimentico di mettere le calze. Risultato: due belle vesciche sanguinolente che mi accompagneranno per tutto il cammino. Era chiaro già da allora che tra me e i Compeed sarebbe nata una relazione destinata a perdurare.
2. Monreale-Piana degli Albanesi: trovo una gentilissima signora a bordo provinciale che mi salva letteralmente la vita offrendomi un pugno di ciliegie e un litro d'acqua. Dormo in un maneggio, una capretta nera bussa alla porta della mia stanza mentre un'altra si struscia su di me facendomi le "fusa".
3. Piana degli Albanesi-Tagliavia: dormo in un santuario, prendo in mano un pulcino, consumo i miei pasti e guardo le stelle insieme alle suore del santuario. Alla faccia della miscredenza.
4. Tagliavia-Corleone: inciampo su spighe di grano troppo alte e mi procuro qualche escoriazione giusto prima della salita di Corleone. Non male come partenza in prima.
5. Corleone-Prizzi: per ben due volte mi ritrovo la strada sbarrata dalle mucche. Non contenta, al guado del fiume Platani e convinta di poterne superare il breve tratto correndo, metto un piede davanti all'altro e inizio ad affondare con tutte le scarpe nel fango. In parole povere: farò tutta la salita per Prizzi dal lago in poi con le scarpe completamente ricoperte di fango e i piedi completamente bagnati da tutto il corso del fiume Platani pesci inclusi.
Continua in un altro post domani ?

 

II parte

Mal di cammino parte 2 ?
6. Prizzi-Castronovo: Avendo le scarpe ancora inzuppate dal bagno nel fiume del giorno prima, faccio questa tappa con i sandali tra pietre, sassolini e uno zaino appesantito ulteriormente dagli scarponi. Durante la mia pausa nella riserva naturale del monte Carcaci, finalmente vengo raggiunta ma anche bellamente "superata" dai 3 pellegrini che erano in cammino nella mia stessa settimana. Ci rivediamo poi direttamente a Castronovo per una bella cenetta in pieno spirito pellegrino.
La via stavolta mi viene bloccata da un gregge di pecore, ma la cosa più brutta è incontrare dei simpaticissimi volontari della forestale all'uscita dall'area attrezzata Santa Caterina che mi convincono a continuare verso Castronovo sulla provinciale e mi fanno perdere il boschetto, che risulta essere la parte più bella dell'ingresso in città.
7. Castronovo-Cammarata-San Giovanni Gemini: Tappa tutto sommato semplice, se non che proprio quando mi mancano gli ultimi 2 km, interpreto male sia la segnaletica che il navigatore e mi inerpico nel boschetto invece di seguire l'erba e il filo spinato. Arriverò ad un punto senza uscita e mi toccherà tornare indietro e rifare il giro dall'altra parte. Non tutto il male viene per nuocere, però, perché mentre rifaccio la strada all'indietro, mi raggiungono di nuovo i pellegrini di Castronovo e facciamo gli ultimi km insieme fino a San Giovanni Gemini. Ci separiamo qui dopo aver fatto un'ultima cena insieme perché loro proseguono per la variante di Santo Stefano Quisquina, mentre io continuo verso Acquaviva Platani.
8. San Giovanni Gemini-Acquaviva Platani: mentre durante la tappa non succede nulla di eclatante, ad Acquaviva Platani trovo un paese in festa per il mio arrivo e curioso di conoscere la mia storia. Inutile dire che mi verrà chiesto 7383838393854 volte come mai sono in cammino da sola, e tutti a maggior ragione si faranno in quattro per offrirmi acqua, caffè, passaggi etc. Essere sola e bionda ogni tanto ha i suoi vantaggi.
Parte 3 domani ?

 

III parte

Mal di cammino parte 3 ?
9.Acquaviva Platani-Sutera: la mia tappa preferita in assoluto... Peccato che ci pensa l'allerta meteo e la conseguente tempesta che si abbatte sulla Sicilia, Sutera inclusa, a precludermi la famosa scalata al Monte San Paolino. Lo stesso monte continua ad accompagnarmi per un bel po' di km anche nelle tappe successive, come a ricordarmi che devo ritornare.
10.Sutera-Campofranco: tratto brevissimo ma necessario per spezzare anche se solo minimamente la tratta fino a . Mi concedo quello che penso essere un soggiorno di riflessione "spirituale" all'accoglienza parrocchiale di Campofranco. In realtà mi ritrovo, da unica ospite, isolata sulla statale, lontana dal centro e nell'impossibilità di dormire tra le sgommate delle auto, le zanzare e il caldo. La chiamano la punizione per i miscredenti come me. Passo la notte in bianco, preoccupata tra l'altro anche per il famoso guado del ponte romano con l'erba a quanto pare troppo alta e il consiglio di seguire la provinciale invece che addentrarmi nella giungla.
11. Campofranco-: la tappa che temo di più, sia per la lunghezza che per il grado di difficoltà. Dopo una notte insonne, mi avvio infine sulla provinciale verso Milena, il primo e unico punto tappa prima di . Cammino spedita ma inquieta, perché quello che non so è che arrivata a Milena, mi toglierò le mie vesti da pellegrina per indossare quelle da turista, visiterò la città e i suoi dintorni in tutta calma e arriverò direttamente a in macchina. Il karma questa volta è stato più che generoso con me.
A faccio il quality check di tutte le fontane e incontro qualcuno che deciderà all'ultimo minuto di accompagnarmi proprio durante l'ultima tappa fino ad Agrigento, la più dura forse, perché sai che è l'ultima.
Appuntamento per l'ultima parte a domani ?

 

IV parte

Mal di cammino ultima parte ?
12. -Aragona: una tappa a suon di spaghetti, racconti della Via di Francesco e nuovi spunti per l'ospitalità pellegrina.
13. Aragona-Joppolo Giancaxio: il bello di arrivare alle 7 del mattino è che per strada ci siamo solo io e i cani. E io che pensavo fosse una tappa per gufi.
14. Joppolo Giancaxio-Agrigento: l'unica che faccio in compagnia di persone con cui posso arrancare in salita senza sentirmi "scarsa", che mi paparazzano nei momenti più imbarazzanti come il guado del fiume e con cui affrontare in "sicurezza" la giungla malaysiana del dopo in stile Sandokan.
Le persone normali terminano il loro cammino ad Agrigento, ma non io. Io preferisco prendere un treno e ritornare a San Giovanni Gemini, pronta ad aggiungere la variante Q1 e Q2 per Santo Stefano Quisquina alla mia collezione.
15. San Giovanni Gemini-Santo Stefano Quisquina: parto con il mio spirito migliore, con quello di chi sa di essere arrivato, ma non a destinazione. La tappa forse più "verde" di tutto il mio cammino e il mio ingresso trionfale sul sagrato dell'Eremo di Santa Rosalia riempiono la mia giornata di misticità. Sulla rotta della mia miscredenza, mi permetto di fare colazione sul patio con l'unica brioche senza glutine che riesco a trovare in 15 giorni di viaggio, mentre aspetto la visita guidata. Sarà stata la colazione, ma devo dire che vedere Santa Rosalia dentro la grotta mi lascia una sensazione nello stomaco che non so spiegare. Provo qualcosa di simile davanti all'immensità che circonda il Teatro Andromeda, dove decido volontariamente di perdermi.
16. Santo Stefano Quisquina-San Giovanni Gemini-Augusta: quando si dice sottovalutare il rischio. Rifaccio la tappa al contrario, convinta che ormai l'avventura sia quasi giunta al termine, è fatta. Ma è chiaro che il mio spirito di sopravvivenza alla Indiana Jones ha ancora bisogno di nuovi spunti, per cui arrivo in un campo con l'erba alta da cui non riesco più ad uscire, né andando avanti né tornando indietro, mentre le ortiche e le spine mi si conficcano nelle gambe. Ormai psicologicamente provata, decido di seguire dei filari di pini in lontananza, allontanandomi da quello che in teoria doveva essere il sentiero principale per ritrovare la provinciale, dove arriverò finalmente stremata per ritrovarmi l'accesso sbarrato dal filo spinato e da un cancello. Sono arrivata non so come dentro una proprietà privata, da cui con molta nonchalance ma anche tanta vergogna, uscirò semplicemente togliendo lo spago che chiude il cancello e rifacendo il nodo da brava marittima. Del resto che dirvi? Me la sono fatta letteralmente a corsa fino a San Giovanni Gemini tra adrenalina, spavento, soddisfazione, vergogna e chi più ne ha più ne metta. Finita l'adrenalina, sono iniziati i dolori. Non prendetemi per blasfema, ma penso che Santa Rosalia abbia voluto aiutarmi e darmi una lezione allo stesso tempo. L'avrò imparata questa lezione? Lo
scopriremo al prossimo cammino ?

 

I ringraziamenti - Parte Prima

Mal di cammino ultima parte BIS... O meglio, ringraziamenti parte prima ?
Questo è forse il post più difficile che mi preparo a scrivere, quello che decreta la mia "uscita" da questo gruppo. Ma è anche difficile da scrivere perché ci sarebbero così tante persone da ringraziare e così tante cose da dire su ognuna di loro e quello che hanno fatto per me. E poi c'è il problema del fare pubblicità e promozione di attività commerciali, che non piace nemmeno ma a me ma a volte si rivela quasi necessario. E quindi come lo scrivo questo ultimo post? Beh così, con i nomi dei protagonisti del mio cammino per ogni tappa ma senza tag, riferimenti ad eventuali attività etc., sperando nella clemenza degli amministratori. Allora un grazie a:
1. Palermo-Monreale: Claudia e Antonina per i grossi sorrisi con cui mi hanno accolta, sorrisi che non ho trovato neanche nelle rispettive cattedrali; a Carmen per essere stata la prima persona a credere che sarei arrivata fino alla fine.
2. Monreale-Piana degli Albanesi: alla bibliotecaria di Altofonte, l'unica ad incoraggiarmi a continuare il mio cammino mentre le colleghe mi dicevano che ero matta a farlo da sola, che a Tagliavia c'erano i cani, il lupo cattivo etc.; alla signora delle ciliegie della SP5 per avermi dato la forza di percorrere altri 6 km di asfalto e insegnato che l'acqua non si nega mai a nessuno; a Daniela per avermi regalato un angolo di pace circondata dalla natura e dai suoi animali.
3. Piana degli Albanesi-Tagliavia: alle suore e ai frati per avermi accolta con semplicità e umiltà, riuscendo comunque a darmi più di quello di cui avrei avuto bisogno, per aver capito la mia posizione sulla religione senza cercare di cambiarla e per avermi permesso di condividere con loro i ricordi dei miei viaggi e le mie esperienze, che sembra essere la cosa che so fare meglio; a Dario per avermi convinta ad arrivare ormai fino a Prizzi e decidere una volta arrivata lì sul da farsi. Forse è solo grazie a lui se sono arrivata a Corleone, a Prizzi, a Castronovo e fino ad Agrigento.
4. Tagliavia-Corleone: al signore in trattore che si è fermato in mezzo al campo strombazzando per farmi capire che stavo sbagliando strada e che il sentiero giusto era quello a sinistra; al proprietario del bar del giorno prima che mi ha riconosciuta al mio arrivo a Corleone e mi ha fatto i complimenti per avercela fatta fino a lì; a Silvana per avermi fatto toccare con mano l'ospitalità di Corleone, avermi fatto scoprire una terra troppo spesso sottovalutata, aver fatto nascere in me il desiderio di ritornare e per avermi mostrato la via.
5. Corleone-Prizzi: a Marialicia per essersi gentilmente offerta di fare un pezzo di strada con me (rimandato alla prossima volta che non farà così caldo alle 7 del mattino); alle due ex pellegrine incontrate per strada per essere state il mio primo incontro sul cammino; agli abitanti di via Siragusa per avermi aiutata ad arrivare all'ospitalità prenotata a Prizzi con indicazioni assurde come "scendi le scale, poi gira a sinistra, scendi ancora di una scala e poi risali". Molto meglio di Google Maps che di tutte quelle discese non ci ha capito nulla; a Nicoletta per avermi aperto le porte di casa sua in tutti i sensi.
Ringraziamenti parte seconda domani ?

 

Ringraziamenti parte 2 ?
6. Prizzi-Castronovo: a Franco e Silvana che, nonostante non sia potuta stare da loro, hanno spinto tre pellegrini in cammino come me a raggiungermi e ad incoraggiarmi ad arrivare fino alla fine; a Tony, Leo e Federico per avermi letteralmente rincorsa di tappa in tappa per assicurarsi che stessi bene e poi superarmi, ma anche per avermi dato appuntamento a fine tappa per una cena in ottima compagnia e aver pensato a me dandomi suggerimenti di tappa in tappa; a Orietta per avermi dato uno strappo al bosco di Castronovo che avevo saltato e avermi dato un motivo per ritornare anche qui.
7. Castronovo-San Giovanni Gemini: ad Annarita per essere sempre stata "a due passi" da me in tutti i sensi, e da cui ho avuto l'immenso piacere di ritornare per ben tre volte lungo il mio cammino; al personale dell'unico panificio senza glutine che ho trovato lungo il cammino per essere sempre venuto incontro alle mie esigenze da pellegrina e per avermi finalmente fatto fare colazione senza pensieri, ma anche per avermi dato appuntamento alla prossima volta.
8. San Giovanni Gemini-Acquaviva Platani: ai vecchietti del paese per l'estrema simpatia e genuinità con cui sono stati capaci di accogliere una straniera; alla famiglia Boscarini, ma anche a chi per questione di disponibilità non ha potuto accogliermi per avermi dato comunque una mano.
9. Acquaviva Platani-Sutera: a Calogera per essermi venuta incontro in tutto e per tutto; al personale della farmacia per avermi fatto capire che è stata una pazzia camminare a luglio e che per il prossimo cammino avrei dovuto investire di più sulla protezione solare; al personale della pizzeria per essere stato dietro alle mie ordinazioni già dalla mattina, ma sempre con cortesia e disponibilità.
10. Sutera-Campofranco: alla signora del bar per avermi augurato buon cammino senza pensare che fossi pazza; a Salvatore per essere stato ultradisponibile a venirmi a prendere, portarmi in giro ma, soprattutto, per avermi rassicurata sulla tappa per Racalmuto; a Vincenzo per avermi fatto assaggiare un po' di storia di Campofranco; a Calogero e Peppino per essersi assicurati che mangiassi abbastanza da poter affrontare la tappa dell'indomani.
Terza e ultima parte (forse) domani ?

 

Ringraziamenti parte 3 ?
11. Campofranco-Racalmuto: a Giuseppe per avermi accolta a Milena già alle 7.30 del mattino, per avermi fatto conoscere il suo territorio e, soprattutto, per avermi convinta a rimanere un po' di più senza perdermi le bellezze paesaggistiche del luogo dandomi uno strappo in macchina fino a Racalmuto; a Guido per essere stato gentile, disponibile e presente anche alle 5 del mattino; a Paolo per avermi offerto una serata di racconti e avventure pellegrine davanti ad un'ottima pizza; a Nicolò, al quale dovrei dedicare un intero post e forse non basterebbe ugualmente.
12. Racalmuto-Aragona: a Calogero dico grazie di tutto, soprattutto per non avermi fatto andare via senza aver provato gli spaghetti all'aragonese, anche senza glutine; a Dominique per aver condiviso con me la sua esperienza sulla via di Francesco e avermi ulteriormente convinta a percorrerla.
13. Aragona-Joppolo Giancaxio: a Enzo per l'ottima compagnia a colazione sulle note di Morricone; a Giancarlo per essersi preoccupato e assicurato che mangiassi abbastanza; ad Alina per la gentilezza, la simpatia e la spontaneità, attenzioni che ogni pellegrino in cammino dovrebbe ricevere almeno una volta.
14. Joppolo Giancaxio-Agrigento: a Carmen e, ancora una volta, a Nicolò, per aver deciso di svegliarsi alle 4 del mattino e guidare fino a Joppolo per fare la tappa con me, per aver immortalato le diverse tappe della mia strada, soprattutto le peggiori e le più imbarazzanti; per essere stati i migliori compagni di cammino che avessi potuto immaginare, soprattutto alla fine.
15. San Giovanni Gemini-Santo Stefano Quisquina: a Domenico per avermi aperto le porte dell'Eremo di Santa Rosalia nonostante l'orario di chiusura e per avermi letteralmente aperto un mondo; a Romina per la disponibilità perfino da casa; a Giuseppe per avermi portata al Teatro Andromeda, un'esperienza che credo non dimenticherò mai, e per avermi fatto prendere in considerazione l'itinerarium Rosaliae come prossimo cammino.
16. Santo Stefano Quisquina-San Giovanni Gemini: ancora ad Annarita per essere venuta incontro anche ai miei bisogni last minute, perfino a distanza.
Ci sono ringraziamenti, però, che meritano davvero un post a parte, l'ultimo davvero per stavolta, e che avrò il piacere ma anche il dispiacere di pubblicare domani ?

 

Ringraziamenti ultima parte ?
Generalmente io non scrivo. Io scatto fotografie e le pubblico, aggiungo una frase ad effetto e via. Ma quello che è iniziato con il primo post del 29.06. e un semplice "ho deciso di fare la magna via francigena in solitaria, auguratemi buona fortuna", è diventato molto, molto di più. È diventato un diario giornaliero, uno sfogo, una cronaca, una condivisione ma, soprattutto, un bisogno di rendere partecipi e fare viaggiare almeno con la mente quante più persone possibili. Io questo cammino non volevo solo farlo per me. Ci tenevo e l'ho voluto promuovere qui su Facebook ma anche su Instagram, tra i già interessati che avevano bisogno di un'ultima spinta per partire e chi invece non ne aveva mai sentito parlare e si è messo a fare ricerche.
Ma non avrei avuto nessun cammino di cui parlare se non grazie all'impegno costante di Davide Comunale, Irene e tutto il team dell'associazione della Magna Via Francigena, per cui a voi va in primis il mio più grande grazie.
Il secondo, anche se ho già ringraziato la maggior parte degli interessati di persona e nei miei vari post, va a tutti i comitati di accoglienza e agli hospitaleri per il grande lavoro che fate per i pellegrini, che va ben oltre la semplice accoglienza. Qualcuno si lamentava dell'accoglienza cara della Magna Via Francigena, i cui prezzi che superano di gran lunga quelli del cammino di Santiago. Da ignorante al riguardo mi viene da chiedermi, però, se anche tra i 200 materassi degli ostelli del camino francés ci sia lo stesso stretto contatto con gli hospitaleri che c'è su questo cammino, se anche li puoi chiedere a qualcuno di venirti a prendere perché sei stanco e non ce la fai più e se uno di loro avrebbe il piacere di invitarti a cena anche durante l'emergenza Covid-19. Non lo so perché il cammino di Santiago è ancora sulla mia bucket list, ma il sesto senso mi dice che non è la stessa cosa.
Il terzo ed ultimo ringraziamento, ma non per questo meno importante, va a tutti voi che mi avete letta e sostenuta dalla prima tappa fino all'ultimo chilometro. Non ci conoscevamo, eppure mi avete scritto cose bellissime, incoraggiata, ispirata a non fermarmi, avete camminato con me. Sono partita da sola, ma da sola non ho più fatto ritorno a casa.
Grazie di cuore,
Daria

 

 

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