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Percorso


Collaborare e Condividere

Questo sito nasce da una esperienza singolare, non per questo irripetibile: un gruppo di persone che decide di portare avanti un progetto di collaborazione nel solo interesse della comunità racalmutese.

Personalmente ero scettico, come ogni buon siciliano, della piena riuscita di quell'idea; il tempo mi ha dato – fortunatamente – torto e pian piano siamo riusciti a realizzare «il nostro primo progetto».

A quello è seguita la pubblicazione di tutti i giornali che parlano di Racalmuto e del nostro illustre concittadino Leonardo Sciascia, frutto anche questo della disinteressata collaborazione per amore del paese di chi ci ha speso tempo e denaro.

Sulla scorta di queste due fondanti esperienze abbiamo continuato organizzando convegni insieme ad altre associazioni e, da ultimo, proponendo il progetto del «Museo dell’Emigrazione, dell’Immigrazione e della Memoria», iniziativa complessa che vogliamo portare avanti, malgrado le difficoltà, in collaborazione con chiunque voglia dare il suo contributo ed anche in questo caso, devo dire, non sono mancate le buone idee provenienti da ogni parte.

È venuto il momento, però, di andare oltre.

Ho sempre sostenuto che una comunità e la nostra in particolare, si salva e progredisce meglio e più in fretta se vi è l’apporto in termini di collaborazione e condivisione di un numero sempre crescente e nuovo di persone e soggetti diversi quali associazioni, movimenti e partiti (nel senso classico del termine quali portatori di interessi di parte e non nel senso spesso deleterio assunto negli ultimi anni).

Uno dei concetti che spesso sottolineo è che in merito alla soluzione dei problemi da solo potrò avere un’idea, in due avremmo tre idee, in tanti troveremo la soluzione migliore.

Racalmuto, malgrado tutto – come recita una nota testata giornalistica – ieri come oggi si trova a affrontare problemi non indifferenti, spesso gli stessi che altre comunità stanno affrontando, altre volte specifiche del nostro territorio e della nostra comunità.

Ho la sensazione che mentre fino a qualche anno fa il problema delle tossicodipendenze tra i giovani costituiva una grave questione sociale, oggi che i giovani cominciano a diminuire drammaticamente se non tragicamente il problema, per così dire, si è convertito in spopolamento che certo non giova ad una comunità che vuole vivere ed essere viva e vivace.

A questo punto additare le responsabilità all’Amministrazione e/o al Consiglio Comunale sarebbe facile ed in parte corrispondente al vero.

In democrazia però le responsabilità degli eletti sono anche degli elettori, in pratica di tutti noi.

Non voglio qui fare il paladino di questo governo cittadino o elogiare il gruppo per così dire al potere (peraltro chi mi conosce sa che col potere personalmente non lego), vorrei piuttosto far notare che se si affida la soluzione dei problemi di tutti ad un ristretto gruppo si finisce o per trascurare alcuni di questi ed attenzionarne eccessivamente altri, oppure per proporre soluzioni deboli e inadatte che lasciano spesso scontenti un vasto numero di cittadini se non l’intera comunità.

Credere che qualcuno abbia la bacchetta magica significa ancora commettere un errore tanto antico quando nuovo: “ci si salva solo se si agisce come gruppo e non come singolo”.

Per tale ragione e per molti altri motivi che evito di esporre per non tediarvi oltremodo – e vi ringrazio per la pazienza mostrata fino a questo punto – che propongo la creazione di una consulta da suddividere in diversi tavoli di lavoro ove, utilizzando tanti nuovi strumenti di comunicazione, ciascuno possa suggerire idee innovative alle tante complesse problematiche o anche alla più banale seccatura collettiva.

Oggi più di ieri abbiamo a disposizione strumenti di comunicazione che ci rendono tutti più liberi e partecipi; perché non usarli, perché non farne mezzo per confrontarci serenamente e dare saggi consigli!?

Come in passato sono aperto a qualsiasi proposta: creare un forum apposito, utilizzare i social network, incontrarci fisicamente in un posto e data prestabiliti; qualsiasi cosa ma evitiamo di rimanere i soliti criticoni che non sanno che pesci pigliare.

«Io speriamo che me la cavo» potrebbe essere il motto perché tutti insieme ci rimbocchiamo le maniche e diamo un futuro radioso e non solo di parte a questa nostra città.

Buona vita.

Nicolò Vignanello