Non è o forse solo non era mia intenzione partecipare alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del Sindaco di Racalmuto, pur non di meno e spero senza apparire presuntuoso mi permetto di buttar giù alcuni punti che considero essenziali perché questo mio piccolo paese possa continuare a vivere e non solo sopravvivere in una lenta agonia che non solo vede andar via i suoi figli (e spesso i migliori) ma che non da prospettive di futuro a chi, per un motivo o l’altro, resta.
Se già non si hanno prospettive per il futuro sognare diventa quantomeno complicato e siccome credo che una vita senza sogni non è vissuta appieno da qui la ragione di questo mio lato impegno nello scrivere questa bozza.
La prossima amministrazione, come giustamente mi suggeriscono, dovrebbe in primo luogo scegliere un punto su cui puntare, una scelta sulla quale concentrare tutte le forze per lo sviluppo del paese.
Malgrado le mancanze io credo che questo punto debba essere il turismo.
Laddove tutto manca, come altri mi suggeriscono, tutto si può fare ed allora il punto è stabilire cosa e come perché sul quando non ci sono dubbi: ora!
Siccome però stiamo parlando di pubblica amministrazione per come la vedo io c’è necessità di un piano che parta dal cuore dell’amministrazione: la macchina burocratica.
Certo non sarà un sindaco e/o un consiglio comunale a snellire la burocrazia ma se ciascuno di noi fa la sua parte o meglio solo il proprio dovere avremo già fatto un passo avanti ed “ogni grande viaggio comincia con un piccolo passo”.
Ecco perché il giorno stesso del suo insediamento sindaco e giunta debbano mettere mano alla pianta organica anzi pensandoci bene sarebbe addirittura opportuno che già i campagna elettorale i candidati invece di impegnarsi in iperboliche promesse prendessero contatto con gli uffici per provare a capire come sono organizzati e poi magari con calma promettere come migliorarli perché nulla è perfetto e tutto è migliorabile.
Ho sempre sostenuto che se non si capisce “chi fa cosa” non si va praticamente da nessuna parte e per quante energie si impegnino non ci si sposta di un millimetro se muscoli, udito, vista, tatto, gambe, braccia, organi non fanno la loro sporca parte; così è per il corpo umano, così è per una comunità (non ho velleità che vanno oltre l’amministrazione comunale e quindi non saprei dire come dovrebbe essere per una Regione piuttosto che per lo Stato nel suo complesso).
Già questo compito – organizzare in maniera efficace gli uffici affinché siano efficienti – sarà come aver superato la prima collina e non solo nella salita che mette paura ma anche nella discesa che mette a dura prova nervi e gambe.
Contestualmente e con l’obiettivo prefissato di basare lo sviluppo sul turismo, ci si deve organizzare creando una rete.
A tal proposito credo che uno degli errori più grossi finora commessi sia stato quello di voler organizzare reti che abbiano un solo punto centrale dal quale si dipanano i fili che portano ai vari progetti.
Non sono io a dirlo ma i risultati stessi: questo modo di operare non porta da nessuna parte perché è impossibile che “l’uomo solo al comando” riesca a governare per intero la nave, burrasche e bufere o anche solo il mare calmo va affrontato sempre in collaborazione, sempre avendo ben presente “chi fa cosa”.
Ecco perché, secondo me, si devono creare virtuose reti che pur avendo diverse trame siano parte di un unico tessuto, una sorta di abito intero settorialmente organizzato.



Agricoltura: creazione di una sorta di consorzio o collaborazione fra l’Ente e gli operatori per permettere al primo di avere chiara conoscenza di quel che serve ma soprattutto dei prodotti del suolo così da poter suggerire modi e modalità per una espansione o meglio per una gestione oculata e efficiente del settore; il comune dovrebbe poter collaborare anche per una commercializzazione dei prodotti magari creando apposito ufficio che studi, in collaborazione con enti statali già esistenti, possibilità di sbocco nei mercati nazionali ed esteri dei prodotti racalmutesi.
Sono sicuro che tanto è già stato fatto ma che rimane appannaggio solo di una parte della comunità.
Accanto a tutto ciò o proprio su queste basi si potrebbe pensare ad uno sviluppo dei prodotti agricoli legati al turismo.
La creazione di un periodico mercatino di prodotti agricoli locali potrebbe essere un’idea alla quale l’Amministrazione collaborerebbe anche solo dando massima pubblicità all’evento.
Altro modo per supportare e non solo sopportare l’agricoltura potrebbe essere quello di favorire l’incontro fra coltivatori e proprietari magari suggerendo forme di affitto pluriennale che siano in qualche modo collegate con l’andamento dell’annata agraria.

Artigianato: vale quanto detto per l’agricoltura.
Commercio: qui in discorso potrebbe fermarsi col dire che vale quanto sopra già detto per agricoltura e artigianato ma ritengo che il settore meriti attenzione diversa e diversificata.
Ecco forse la corretta linea guida deve essere la diversificazione perché non è possibile che a Racalmuto ci siano numerosi bar e totale assenza di altre attività commerciali.

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