Ogni cantica della “Commedia” termina con la parola: “stelle” Inferno - canto XXXIV, v. 139 “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Purgatorio - canto XXXIII, v. 145 “... puro e disposto a salire a le stelle”. Paradiso - canto XXXIII, v. 146 “... l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

La parola “stelle” ha sempre un identico significato nel largo contesto, della “Commedia”, vista con gli occhi di un uomo che contempla il firmamento in tre momenti diversi, dopo la visione del peccato, della purificazione e della gloria divina.

Antonio Cormano

Estemporaneità. Dante non crederebbe mai di essere così popolare per i gli ultimi versi della prima cantica dopo 8 secoli.

Antonio Cormano: “E quindi uscimmo a riveder le stelle” tutti proprio tutti facciamo e ci facciamo questo augurio

Nicolò Vignanello: Anche le altre hanno la stessa parola finale, noi pero sappiamo che il sole è una stella ed ho sempre creduto che sta sempre li anche dietro le nuvole

Antonio Cormano: Lo so che anche le altre cantiche finiscono con stelle ma il significato allegorico è altro nelle altre cantiche. Comunque acuta osservazione Nicolò.

Francesca Jei: bisogna attraversare l’inferno, l’uscita è in fondo a un lungo corridoio. Ce la faremo anche stavolta?

Nicolò Vignanello: Francesca Dante attraversa l’inferno scendendo pian piano e descrivendo quel che vede, poi risale velocemente per un cuniculo. Mi sono sempre chiesto cosa significasse e credo che il vero senso è che il dolore lo attraversi lentamente ma devi avere il coraggio di risalirne velocemente.

Nicolò Vignanello: Antonio al liceo amavo Dante, solo un genio poteva creare un poema così vasto ma così perfetto nel suo fraseggiare, nelle rime, nell'architettura del tutto e solo un genio poteva avere così tanta fantasia. Grazie per il complimento ma ho il viziaccio di notare sempre i particolari.