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Versione completa: La giustizia civile in Italia e le "semplificazioni"
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Buongiorno a tutti
Come sanno tutti quelli che sono stati coinvolti in una faccenda di questo genere, partecipare ad un procedimento giudiziario civile rappresenta una vicenda stressante, costosa e dalle soluzioni imprevedibili; almeno da parte dei comuni mortali, quale sono io. A tal proposito ricordo la frase che diceva spesso un illustre avvocato con il quale ho collaborato a lungo per motivi inerenti al mio lavoro: "In diritto non v'è certezza".
Per semplificare e velocizzare la conclusione delle liti civili era stato introdotto l'istituto della procedura di mediazione, che dovrebbe consentire un accordo fra le parti con costi e tempi ragionevoli. Ma "fra il dire e il fare"... Ho ricevuto un avviso per la partecipazione ad un incontro di mediazione da tenersi in Palermo; l'istante asserisce di avere pagato una cifra inferiore ai 1.000 € per spese condominiali, cifra che secondo lui sarebbe spettato a me pagare. Io abito a Torino e già il viaggio e la permanenza a Palermo comporterebbero una spese non congrua rispetto alla cifra in ballo; in più l'udienza è fissata per il 14 aprile, data nella quale non potrei spostarmi fra regioni a causa delle norme anticovid. Ho comunque tentato di capire qualcosa della procedura, non cavando un ragno dal buco. Innanzitutto posso far partecipare un'altra persona che abita sul posto con delega semplice, e cioè non notarile? Parrebbe di no, ma non ne sono sicuro. Ho bisogno di nominare un avvocato? Se si, il costo della cosa non sarebbe congruente con la cifra richiesta.
Ho accennato ad alcune mie perplessità, ma quello che mi preme fare notare è che quella che dovrebbe essere una semplificazione, in realtà genera dubbi, complicazioni e costi.
Caro @nonno Pietro ti dico come la penso, da avvocato, in merito: l'Italia ha insegnato diritto al mondo occidentale ed oggi si trova a scopiazzare, malissimo, dagli altri paesi che avendo una cultura ben diversa dalla nostra cioè essendo più pratici che teorici, giustamente utilizzano strumenti diversi.
Quello della mediazione non è altro che una gran perdita di tempo. Io personalmente non l'ho mai azionato, tento la conciliazione per via extragiudiziaria e se non riesce adisco il giudice, terzo imparziale (almeno così era e dovrebbe essere) che decide sulla base della legge, punto.
Buongiorno e grazie della risposta nicolo74,
il tuo è un parere molto più pesante del mio, poiché è espresso da un esperto del settore. Il problema è che, se non ho capito male, la mancata partecipazione alla convocazione per la mediazione può essere poi usata come prova in sede giudiziale. Nel mio caso ci sono poi altre complicazioni che non è qui opportuno esprimere, non essendo la sede adatta.
Una serena Pasqua
Ovviamente il mio principale consiglio in questi casi è sempre quello di consultare un legale di fiducia.
Grazie e Buona Pasqua
Ottimo consiglio, ma bisogna avere un legale di fiducia sul posto e considerato la cifra in ballo...
Se la giustizia civile è messa male, quella penale sta ancora peggio, basti pensare che il 60% dei detenuti, non hanno ancora un giudizio definitivo e gran parte di loro non hanno avuto nemmeno il primo grado, il che significa che si trovano in carcere senza processo (carcere preventivo).
Lasciamo stare poi lo stato della giustizia in generale, con tempi lunghissimi, pene incerte e il grande scandalo della più grande amnistia di classe, si di classe perché spesso sono solo chi ha bravi avvocati che riesce a sfruttare questa disfunzione di sistema della prescrizione. Ma attenzione a vedere nella prescrizione un qualcosa di sbagliato ! La nostra Costituzione prevede che i tempi siano accettabili e non indefiniti (a vita).
Con tutti questi problemi credo che sia più accettabile essere pragmatici, una bella amnistia che riguardi tutti i reati meno gravi, la maggior parte delle persone in carcere e pratiche dei tribunali riguardano tossici (che neanche ci dovrebbero stare in carcere) e piccoli delinquenti di solito sempre legati al mondo della droga.
Questo permetterebbe almeno di azzerare i tribunali, ma senza serie riforme, nel giro di pochi anni ci ritroveremmo nella stessa situazione, se non si fanno importanti riforme. L'idiozia dell'obbligatorietà dell'azione penale è uno dei motivi.
Mi piacerebbe vivere in un Paese, dove il mio avvocato, abbia lo stesso peso del pubblico ministero e il giudice sia realmente terzo.
@ccarlo
Tu accenni ad un problema molto complesso e di non facile soluzione. E' evidente che in un dibattito giudiziario è favorito l'imputato o l'accusatore dotato dell'avvocato migliore (e più influente). In passato in alcune società c'era la regola che l'accusato si difendesse personalmente, ma questo mette gli individui più deboli alla mercé di quelli più forti. Quindi gli avvocati sono "un male necessario", anche per evitare confusioni ed ingorghi nell'iter processuale. Il problema italiano è l'esistenza di complicatissime norme (riti, direi) che governano lo svolgimento dei processi; a tal proposito sento dire da tutti gli studenti di legge che la materia più difficile per loro è la procedura civile. In passato semplificare delle norme richiamate in tanti diversi articoli, accessibili solo a pochi super-esperti, era una cosa al limite dell'impossibile. Oggi i mezzi messi a disposizione dall'informatica dovrebbero consentire di affrontare l'argomento con maggiore facilità. Quello che bisognerebbe però esprimere con chiarezza è quali scopi si vuole conseguire; si vogliono veramente semplificare ed accorciare i processi? E, soprattutto, si può fare questo senza ledere i diritti dei partecipanti? Io penso di si, ma chi ha voglia di affrontare con serietà e senza bandiere ideologiche o di parte l'argomento?
Un caro saluto a tutti
(08/04/2021, 09:04)nonno Pietro Ha scritto: [ -> ]@ccarlo
Tu accenni ad un problema molto complesso e di non facile soluzione. E' evidente che in un dibattito giudiziario è favorito l'imputato o l'accusatore dotato dell'avvocato migliore (e più influente). In passato in alcune società c'era la regola che l'accusato si difendesse personalmente, ma questo mette gli individui più deboli alla mercé di quelli più forti. Quindi gli avvocati sono "un male necessario", anche per evitare confusioni ed ingorghi nell'iter processuale. Il problema italiano è l'esistenza di complicatissime norme (riti, direi) che governano lo svolgimento dei processi; a tal proposito sento dire da tutti gli studenti di legge che la materia più difficile per loro è la procedura civile. In passato semplificare delle norme richiamate in tanti diversi articoli, accessibili solo a pochi super-esperti, era una cosa al limite dell'impossibile. Oggi i mezzi messi a disposizione dall'informatica dovrebbero consentire di affrontare l'argomento con maggiore facilità. Quello che bisognerebbe però esprimere con chiarezza è quali scopi si vuole conseguire; si vogliono veramente semplificare ed accorciare i processi? E, soprattutto, si può fare questo senza ledere i diritti dei partecipanti? Io penso di si, ma chi ha voglia di affrontare con serietà e senza bandiere ideologiche o di parte l'argomento?
Un caro saluto a tutti
Certo, ma io intendevo dire che avvocato (difensore) e (inquirente)pubblico ministero dovrebbero avere lo stesso peso, difficile che questo possa avvenire quando la distinzione tra giudice inquirente (pubblico ministero) e giudicante (giudice terzo) è così sottile che li vedi a mangiare assieme al ristorante prima del processo.
Essere condizionati è umano, proprio per questo dovrebbero avere una netta separazione, cosa che nel nostro sistema non accade, in altri si, ad esempio quello americano, che non mi entusiasma per tante cose, ma su questo è sicuramente migliore.
Sono d'accordo che è un tema molto complesso, tuttavia ogni giorno persone in carne ed ossa hanno a che fare con questo sistema e quando ci capiti dentro, rischi di restarci per almeno un decennio.